35 fotografie, 4 enormi murales, alcune videoinstallazioni e 3 installazioni di realtà aumentata
By Monica Poggi | Il Giornale dell'Arte numero 397, maggio 2019
Bologna. Siamo nell’Antropocene, vale a dire: stiamo distruggendo il nostro pianeta. Ce lo ripetono scienziati e ricercatori, lo urlano le proteste giovanili in piazza e da qualche anno lo sottolineano anche gli artisti. Nello specifico il fotografo internazionale Edward Burtynsky e i documentaristi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier con una mostra al MAST intitolata «Anthropocene», curata da Urs Stahel, Sophie Hackett e Andrea Kunard e organizzata dalla Art Gallery of Ontario e dal Canadian Photography Institute della National Gallery of Canada in partnership con l’istituzione bolognese.
Dopo aver debuttato in Canada lo scorso settembre, l’esposizione arriva per la prima volta in Europa negli spazi della Fondazione bolognese dal 16 maggio al 22 settembre. Il progetto nasce dalla collaborazione quadriennale dei tre autori e si basa sul lavoro dell’Anthropocene Working Group, un gruppo internazionale di scienziati impegnato a dimostrare come l’uomo sia diventato la forza più potente in natura, in grado di modificare con le proprie azioni il corso delle ere geologiche.
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